Sabato 16 aprile - ore
18.30 all’Hotel Risorgimento – Lecce. Presentano Piero Manni e Fabio
Scrimitore. Leggono Mario Buffa, Dario Cillo, Elio Donno, Giovanni Invitto,
Adriana Poli Bortone, Delia Sanapo, Maria Rita Verardo e altri...
L’albero cui tendevi la
pargoletta mano; Ei della gondola, qual novità; Il morbo infuria, il pan ci
manca; Eran trecento eran giovani e forti; O Valentino vestito di nuovo; Partì
in guerra e mise l'elmo; La donzelletta vien dalla campagna...
Intere
generazioni formatesi negli anni Cinquanta conoscono ancora a memoria i versi
imparati a scuola, che siano opere di autori celebri o filastrocche dei “poeti
dei banchi”, i quali scrivevano appositamente e unicamente per i testi
scolastici: Pezzani, Angiolo Silvio Novaro, Ada Negri, Zietta Liù, Lina
Schwarz, ma anche Diego Valeri, Moretti, Pascoli, Leopardi, Carducci e perfino
D’Annunzio, accanto ai “patrioti” Bosi, Mercantini, Fusinato, Giusti. In questa
antologia sono raccolte le poesie più diffuse sui libri delle scuole elementari
e medie di quegli anni, che dimostrano la continuità culturale e pedagogica
della Repubblica con il ventennio fascista. L’esaltazione dei valori quali
religione, patria, famiglia, conformismo, etica del lavoro, propria del
fascismo, prosegue infatti nel dopoguerra, e il libro di testo si conferma uno
strumento di costruzione del consenso come era avvenuto nel passato.
Il volume ha una
struttura per sezioni che riprende quella dei sussidiari dell’epoca, con i
temi: Famiglia, Scuola, Affetti, Religione, Patria, Lavoro, Povertà e rassegnazione,
Storia, Natura e Giocose. Fatta salva l’ipotesi che quella letteratura non
abbia guastato gli animi di un’intera generazione e non abbia fatto
sopravvivere il consenso a una cultura retorica, guerresca e autoritaria, c’è
da chiedersi cosa abbia trasmesso, che valori, che dubbi, che pensieri
emergessero da quelle letture.
dall'introduzione di
Piero Dorfles
ZIETTA LIÙ
Il bimbo va a scuola
Un bacio a mamma, uno a
nonnetta,
il bimbo allegro a
scuola va,
trotterellando in
fretta, in fretta;
quante cosine imparerà!
Il primo giorno i col
puntino,
un altro giorno o col
pancione,
un altro impara a col
piedino,
l’u viene appresso,
nonno buffone!
Con l’occhialetto l’e
birichina
il bimbo bravo
conoscerà;
poi farà il nome della
mammina
e a far di conto
imparerà...
Corri, omettino, il
tempo vola,
mamma ti guarda dalla
finestra;
pensa a una cosa che la
consola:
ch’è un’altra mamma la
tua maestra.
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