Messo alle strette dal
question time del M5S, il ministero dell’Agricoltura annuncia di attivarsi per
candidare l’Italia per il rinnovo dell’organigramma del COI. L’Abbate (M5S):
“si tratta di una risposta tardiva e di una sconfitta per il nostro Paese”. “L’Organigramma
del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) non è ancora completo e l’Italia
sta agendo secondo le procedure europee previste in merito”, ovvero presentare
la domanda per aggiudicarsi una carica nel Consiglio direttivo “ai competenti
Servizi della Commissione tramite l’Amministrazione Nazionale competente”. Così
il ministero delle Politiche Agricole, attraverso il sottosegretario
Castiglione, ha risposto oggi in Commissione Agricoltura ad un question time
dei deputati del Movimento 5 Stelle che chiedevano al Governo perché non si
fosse attivato per candidare l’Italia per il rinnovo dell’organigramma del Coi,
che lo scorso marzo ha visto la nomina di due vice direttori: lo spagnolo,
Jaime Lillo, ed il turco, Mustafa Sepetci, che entreranno in carica dal prossimo
primo luglio fino al 2020. “Al di là di quanto promesso oggi dal Governo, allo
stato dei fatti l’Italia, che figura tra i fondatori del COI, ha perso una
grande occasione – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo
M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – Il COI rappresenta, infatti, i
maggiori produttori ed esportatori di olio di oliva e olive da tavola e nel
complesso i paesi aderenti costituiscono il 98% della produzione mondiale.
L’Italia, pur essendo il secondo produttore mondiale di olio, è ora fuori dai
giochi e il Governo non ha detto nulla prima di oggi perché costretto dalla
nostra interrogazione. Una grave sconfitta per il Belpaese, visto che tutte le
regole in tema di legislazione e di chimica olearia, vengono scritte dal Coi e
recepite dall’Ue – continua L’Abbate (M5S) – È inutile che il Governo provi a
ripulirsi la coscienza con l’approvazione del Piano Olivicolo Nazionale,
approvato tra l’altro con un anno di ritardo e dietro nostra continua spinta,
con l’approvazione di una risoluzione a mia prima firma nel maggio 2015.
Chiediamo che, alla luce di quanto promesso oggi, l’Esecutivo fornisca quanto
prima dettagli concreti sull’avvenuta candidatura dell’Italia al Consiglio
direttivo del Coi”.
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