Il
sottosegretario all’Interno Bocci risponde all’interrogazione del Movimento 5
Stelle che continua a chiedere norme chiare e procedure semplificate per
sostenere il made in Italy e le eccellenze agroalimentari. “Il vigente quadro
normativo vede i depositi e le rivendite di liquidi combustibili, di qualsiasi
derivazione e di capacità geometrica complessiva superiore a 1 metro cubo,
assoggettati ai controlli e agli adempimenti di prevenzione incendi previsti ai
sensi del punto 12 dell’allegato I del decreto del Presidente della Repubblica
n. 151/2011”. In pratica, sulla certificazione per la prevenzione incendi degli
impianti di stoccaggio dell’olio di oliva, i frantoiani devono comportarsi come
se stessero conservando una sostanza di origine petrolifera, nonostante le
differenti caratteristiche chimico-fisiche del cosiddetto “oro verde”. A
confermarlo il sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci che ha risposto in
Commissione Agricoltura della Camera all’interrogazione parlamentare del
Movimento 5 Stelle. “Chiedevamo al Ministro se e quanto sarebbero state emanate
specifiche regole tecniche o linee guida ad hoc per la prevenzione incendi
degli impianti di stoccaggio degli oli di origine vegetale, difficilmente
assimilabile a quelle previste per gli altri depositi di liquidi infiammabili o
combustibili – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S
in Commissione Agricoltura Montecitorio – Purtroppo, in merito, non abbiamo
ottenuto alcuna risposta, tantomeno una tempistica certa. Temiamo che questa
mancanza normativa continuerà a comportare oneri eccessivi, soprattutto ai
piccoli frantoi la cui attività è limitata a pochi mesi l’anno, con
ripercussioni sulla competitività delle nostre produzioni. Se vogliamo tutelare
davvero il made in Italy e le nostre eccellenze agroalimentari, quale è il
nostro olio – conclude L’Abbate (M5S) – dobbiamo rendere la legislazione più
snella e appropriata, con norme chiare e procedure semplificate, senza
rinunciare ovviamente alla pubblica incolumità”. Sulla questione, inoltre, è
attualmente al Senato il Collegato Agricoltura che “stabilisce l’innalzamento a
sei metri cubi di capacità della soglia di assoggettamento dei depositi di olio
di oliva agli obblighi di prevenzione incendi, al pari di quanto già previsto
per i depositi di prodotti petroliferi – ha dichiarato il sottosegretario Bocci
– una misura che consente di realizzare un equo contemperamento tra l’esigenza
prioritaria di mantenere un elevato standard di tutela della pubblica
incolumità e l’obiettivo perseguito dai frantoiani di ridurre gli oneri
burocratici e finanziari a loro carico. Un passo avveduto, quindi, nella
direzione auspicata dal M5S e dalle stesse associazioni di categoria”. Ma che,
a conti fatti, non agevola concretamente un percorso di sburocratizzazione del
comparto, dove l’olio di oliva continua ad essere equiparato ai prodotti
petroliferi.
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