Anche quest’anno, giunta alla sua undicesima
edizione si svolgerà a Bari, da venerdì 27 a domenica 29 maggio, nel Parco
Perotti la “Festa dei popoli metropolitana.
L’iniziativa è stata presentata ieri mattina a Palazzo di Città da
Koblan Amissah e Taysir Hasan dell’associazione culturale Abusuan di Bari, alla
presenza delle assessore al Welfare, Francesca Bottalico e alle Politiche
educative e giovanili Paola Romano, del Rettore della Università di Bari
Antonio Uricchio , del missionario comboniano Padre Ottavio Raimondo e della
dirigente della scuola media Tommaso Fiore di Bari, Licia Positò. L’undicesima
edizione della Festa dei popoli porta il titolo di “Il mondo casa comune” e da
quest’anno ha una connotazione metropolitana anche grazie al fatto che è stata
selezionata al sesto posto del progetto MigrArti indetto dal MIBACT,
un’iniziativa promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo per la valorizzazione delle culture e delle popolazioni immigrate in
Italia, nell’ottica di contribuire allo sviluppo del confronto e del dialogo
interculturale e all’inclusione sociale. “Un importante riconoscimento, un valore
aggiunto - ha spiegato Koblan- che ci rende orgogliosi di questi anni di
crescita collettiva della numerosa famiglia che è nata intorno a questa festa
che nella pratica è un’operazione tanto complessa quanto affascinante. L’evento
dopo una attività di coprogettazione, partecipazione e approfondimento che ha
visto coinvolti come partner del progetto l’Università di Bari, il teatro
Pubblico Pugliese di Bari e le scuole elementari, medie inferiori e superiori
della città, coordinate dalla scuola media Tommaso Fiore di Bari – ha
continuato Koblan -, entra nel vivo già da lunedì 23 maggio. Il programma
prevede una serie di laboratori, mostre fotografiche, convegni, momenti
conviviali e di degustazione per culminare nel fine settimana a parco Perotti.
Il festival sarà aperto anche quest’anno da una sfilata interculturale che, il
27 maggio, partirà dalla spiaggia “Pane e pomodoro” per raggiungere il Parco
Perotti: un momento simbolo che realizza i principii alla base di tutta
l’organizzazione; una marcia di musica e colori per trasmettere alle
cittadinanze il senso di una festa all’insegna dell’unità nella diversità e per
rafforzare il senso di cittadinanza nel mondo”. “Il fatto che la festa dei
Popoli sia dedicata quest’anno alla Casa Comune – ha dichiarato l’assessora
Bottalico - ci ricorda come la nostra città sta diventando sempre più
interculturale. Io nell’essenza di questa festa, intravedo il valore
fondamentale della ‘cittadinanza’, un diritto che, grazie alla festa dei
popoli, è proprietà anche di chi la cittadinanza non ce l’ha, che però ha
ugualmente motivo e modo di sentirsi cittadino ‘a tutto tondo’ della comunità
nella quale vive. E proprio questo nuovo cittadino diventa organizzatore e
creatore della festa stessa, riempendola di significato con la propria
identità, le proprie idee, le proprie esperienze. L’amministrazione quindi
sostiene in pieno questa iniziativa, impegnandosi affinché questa diventi un
percorso ancora più incisivo e profondo, trasformandosi da operazione culturale
a processo quotidiano che coinvolga tutta la comunità. Ricordo che per la prima
volta quest’anno l’assessorato al welfare ha promosso il bando ‘Casa delle
Culture’, che sarà un grande centro polifunzionale nel quartiere S. Paolo
finalizzato all’accoglienza e alla valorizzazione delle culture, e che
ovviamente ingloberà la festa dei Popoli, con l’obiettivo di renderla la vera casa
comune della condivisione”. “Per il mondo della scuola – ha detto l’assessora
Romano - la festa dei Popoli è iniziata già da tempo, perché la Festa non è
altro che quello che vivono le scuole baresi ogni giorno. I nostri istituti
sono frequentati da oltre 1500 alunni definiti dalla legge ‘non italiani’. Per
noi, questi bambini invece, al pari di tutti gli altri, costituiscono una vera
ricchezza, e non è una semplice questione di tolleranza perché noi siamo
convinti che il diverso non si ‘tollera’ ma si ‘vive’, arricchendoci. I ragazzi
parteciperanno quindi alla festa assaporando odori, colori, tradizioni e musica
diversa. Questa edizione è per noi ancora più importante grazie al
riconoscimento del Ministero, su cui poniamo il nostro sigillo su un lavoro
condiviso con tantissime realtà e che ha consentito al nostro progetto di
arrivare al sesto posto in tutta Italia. Bari ha avuto il merito di credere
davvero nella fratellanza tra i popoli”. “Fino ad ora- ha osservato padre
Raimondo - abbiamo sempre parlato del mondo come un villaggio globale, ma
adesso l’espressione più adatta secondo me è ‘mondo casa comune’. Cosa
succederebbe se i media proponessero per un articolo il titolo ‘Bari casa
comune’? Scriverebbero che il futuro non è dei ghetti, dei rioni, dei gruppi
etnici o delle classi sociali. Ma il futuro è nell’insieme. Sentirsi casa, dove
ognuno condivide le proprie ricchezze e i propri valori. E allora, il nostro
augurio è che questa festa, che compie adesso undici anni, sia davvero un
momento nel quale scoprire che chiunque di noi, senza l’altro, senza il
diverso, non si rinnova e si impoverisce”. La mia esperienza mi insegna che non
solo a Bari, ma in tutta Italia le feste dei Popoli sono state organizzate da
persone con un grande spirito missionario, uomini e donne che grazie al diverso
hanno realizzato i propri sogni. Il futuro appartiene a chi crede alla bellezza
di questi sogni”. “L’università - ha continuato il rettore Uricchio - ha
aderito con entusiasmo questa bella esperienza di condivisione di esperienze e
di valori mirabilmente creata da Abusuan e dai missionari comboniani, e che
raccoglieremo e svilupperemo attraverso l’impegno dei nostri studenti. Nei
nostri locali ospiteremo la settimana prossima due mostre, attraverso le quali
potremo raccontare di Bari come una città che nei secoli ha radicalmente
cambiato pelle, maturando una serie impressionante di esperienze di vita. I
nostri studenti saranno invece coinvolti da una serie di conferenze e letture
aperte al pubblico e alle altre istituzioni formative (penso alle scuole),
perché riteniamo che il nostro istituto debba aprirsi definitivamente al mondo
del confronto delle diverse esperienze”. La partecipazione al bando
ministeriale - ha affermato la preside Licia Positò - è il riconoscimento del
grande valore aggiunto proposto da questa iniziativa, che consiste
essenzialmente nel riuscire a confondere le idee nella loro diversità,
aumentandone così la forza e la capacità di arrivare ovunque. Noi siamo
convinti che la responsabilità educativa della quale siamo investiti comprende
proprio la promozione della cultura dell’ascolto. Se dovessimo definire questa
festa, utilizzeremmo tante parole che iniziano con la lettera C: consuetudine,
collaborazione, coordinamento, confondere, coraggio, credere, coerenza,
comboniani, casa comune, comunità globale, cultura dell’ascolto e della convivenza”.
Festa dei popoli metropolitana 2016 è stata realizzata in partenariato con i
Missionari comboniani di Bari e con numerose comunità straniere, associazioni,
cooperative, comitati, Ong, Università, gruppi parrocchiali, sindacali e
diverse realtà della scena culturale e sociale locale, in collaborazione con la
Regione Puglia ed il Comune di Bari.
Nessun commento:
Posta un commento