Sbarca sul grande
schermo solo il 7 e l’8 giugno la storia del museo di Istanbul nato
dall’immaginazione del Premio Nobel per la Letteratura Orhan Pamuk: l’unico
luogo al mondo che ha preso vita… da un romanzo.
In genere i musei più
belli del mondo sono quelli cui si ispirano i registi e i romanzieri per le
loro opere: basti citare Belfagor - Il fantasma del Louvre o la Mary Beton
descritta da Virginia Woolf, che aggirandosi tra gli scaffali del British
Museum dà il via a Una stanza tutta per sé. A volte, però, accade anche il
contrario. Prendete uno degli scrittori contemporanei più amati al mondo,
premio Nobel per la letteratura nel 2006, tradotto in più di 60 lingue e con
oltre dodici milioni di copie vendute in tutto il pianeta. Sia che siate suoi
lettori da sempre, sia che vi avviciniate per la prima volta alle sue opere,
permettete a Pamuk, il romanziere più famoso di Istanbul, e al film di Grant
Gee di guidarvi per le vie della città e lasciatevi ammaliare da una storia di
collezionismo misteriosa e intensa che racconta come un luogo reale possa
nascere, in occasioni particolari come questa, dalla forza dell’immaginazione e
della scrittura. Il Museo dell'innocenza di Pamuk ci conduce infatti attraverso
i sentieri di un’ossessione amorosa, quella di Kemal per la giovane Füsun. Per
placare il suo desiderio verso la ragazza che non può avere, Kemal inizia a
raccogliere ogni oggetto che gliela ricordi, a cominciare ovviamente
dall'orecchino che lei perse la prima volta che fecero l'amore insieme,
"il momento più felice della mia vita". Così, proprio per
riconquistare quell'attimo perduto nel tempo, Kemal assembla, oggetto dopo
oggetto, una collezione che, agli occhi del mondo, non può che apparire follia.
Giunto al termine della vita, Kemal chiede all'amico scrittore Orhan Pamuk di
costruire un museo che raccolga queste memorie: il Museo dell'innocenza. E lo
scrittore lo accontenta, scrivendo un libro che conquista i lettori di tutto il
mondo. Da quel libro, pubblicato in Italia da Einaudi, è nato però qualcosa di
più: il progetto di un museo reale a Istanbul - nel vecchio palazzo dove
"abitava" Füsun- un museo nato dalla forza dell’immaginazione e ormai
visitatissimo dai viaggiatori che arrivano nell’unica città del mondo che si
divide tra due continenti e che ha avuto tre nomi illustri nel corso dei
secoli: Costantinopoli, Bisanzio, Istanbul. Per raccontare questo museo e
questa storia d’amore, il 7 e 8 giugno (proprio nei giorni in cui Pamuk
festeggerà il suo compleanno) arriva al cinema ISTANBUL E IL MUSEO
DELL’INNOCENZA DI PAMUK. Quando l’immaginazione diventa realtà diretto da Grant
Gee, una produzione Hot Property Films in coproduzione con Illuminations Films,
Venom, In Between Art Film e Vivo film e in associazione con Finite Films e con
ARTE France-La Lucarne, distribuito Nexo Digital come appuntamento conclusivo
del ciclo della Grande Arte al Cinema (l’elenco delle sale sarà a breve disponibile
su www.nexodigital.it. Spiega il
regista Grant Gee “Ero consapevole che Orhan aveva immaginato un luogo chiamato
Il museo dell'innocenza e nel 2008 aveva pubblicato un grande romanzo con lo
stesso titolo. Quello che invece non sapevo era che, due mesi dopo la mia prima
visita a Istanbul nel 2012, Orhan avrebbe aperto le porte del vero Museo
dell'innocenza. Un museo reale di oggetti reali - i resti e i tesori di un
amore tragico che risale a 30 anni prima. Un museo che è diventato
immediatamente parte integrante dell'itinerario istituzionale della Istanbul
culturale: la crociera sul Bosforo, Santa Sofia, la Moschea Blu, il Grand
Bazaar, il Museo dell'innocenza... Un museo reale che è una finzione”. Non solo
a Istanbul l’immaginazione di un grande scrittore è diventata dunque parte
integrante dell'immagine stessa della città, ma una delle storie immaginate da
Pamuk ha dato origine a un luogo fisico, a un museo vero e proprio da visitare
ed esplorare con tutti i nostri sensi. Un tesoro nel cuore di Istanbul: una
storia di collezionismo e amore, la celebrazione del potere dell’immaginazione
di plasmare la realtà che ci circonda. Spiega Franco di Sarro, amministratore
delegato di Nexo Digital: “Questo è un film strabiliante e penso che la
stagione della Grande Arte al Cinema non potesse concludersi in modo più
sorprendente: intrecciando cinema, letteratura e arti visive. In questi mesi
abbiamo portato sul grande schermo le storie dei pittori più amati, da Leonardo
da Vinci a Goya, da Monet a Renoir, e alcuni dei musei più importanti del
mondo. Siamo stati nella Firenze rinascimentale e abbiamo scoperto gli Uffizi,
ci siamo immersi in quel Tempio di meraviglie che è il Teatro alla Scala di
Milano, abbiamo riscoperto le magnifiche collezioni dell’Accademia Carrara di
Bergamo ed esplorato i tesori delle Basiliche Papali di Roma. Ora, con ISTANBUL
E IL MUSEO DELL’INNOCENZA DI PAMUK, ci spingiamo ancora oltre e ci
interroghiamo sull’arte del collezionismo e sulla cultura turca raccontata dal
Premio Nobel che ha dato vita al primo romanzo nella storia della letteratura…
che è anche un museo vero e proprio”.
ORHAN PAMUK - Orhan
Pamuk è nato nel 1952 a Istanbul, dove tutt’ora vive e lavora. Tradotte in
tutte le principali lingue, le sue opere sono edite in Italia da Einaudi che ha
finora pubblicato: Il castello bianco, La nuova vita, Il mio nome è rosso,
Neve, La casa del silenzio, Istanbul, Il libro nero, La valigia di mio padre,
Il Museo dell'innocenza, Altri colori, Il Signor Cevdet e i suoi figli,
Romanzieri ingenui e sentimentali e L'innocenza degli oggetti.Nel 2006 è stato
insignito del premio Nobel per la letteratura. Nella primavera del 2012 Pamuk
ha finalmente realizzato il sogno di un progetto decennale, aprendo a Istanbul
il Museo dell'Innocenza. Il museo incarna l’omonimo romanzo pubblicato nel
2008. Nel 2014 il Museo dell’Innocenza ha vinto il premio di Museo Europeo
dell'Anno.
GRANT GEE - Grant Gee
vive e lavora a Brighton, in Inghilterra. Ha realizzato film su anarchici,
gruppi rock, scalatori e scrittori. Il suo film sui Radiohead, Meeting People
is Easy (1997) ha ottenuto una nomination per i Grammy Awards. Ha anche diretto
l'iconico video musicale di No Surprises, uno dei celebri brani del gruppo. Con
il film Joy Division ha vinto il Grierson Award per il miglior documentario
(2008). The Western Lands è stato premiato come miglior cortometraggio al Banff
Film Festival (2008). Il suo film Patience (After Sebald) del 2012, sul
capolavoro inclassificabile di WG Sebald Gli anelli di Saturno, è stato
presentato in anteprima mondiale al New York Film Festival ed è stato
distribuito in sala sia Regno Unito che negli Stati Uniti. Attualmente sta
sviluppando il suo primo lungometraggio di finzione, un adattamento da The
Lighthouse di Alison Moore.
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